Quando si parla di startup in fase iniziale, il focus tende a cadere su prodotto, mercato e raccolta fondi. Ma esiste una sfida altrettanto critica e spesso trascurata: il controllo del burn rate e del cash flow. In altre parole, la capacità di monitorare e gestire il consumo di cassa è una delle leve più importanti per garantire la sopravvivenza e la crescita di un progetto imprenditoriale.
Il mito del primo finanziamento
Molti founder, dopo aver ricevuto un primo round di finanziamento (da business angel, incubatori, acceleratori o persino amici e familiari), credono di aver raggiunto un traguardo decisivo. In realtà, quello è solo l’inizio di una fase estremamente delicata: è il momento in cui servono strumenti di controllo e misurazione, non solo entusiasmo e visione.
Perché il controllo è cruciale anche nelle fasi early-stage
Le startup sono per loro natura esposte a un alto grado di incertezza: modelli di business ancora da validare, tecnologie in via di sviluppo, conoscenza del mercato limitata. Eppure, proprio in questa fase è fondamentale monitorare:
- Burn rate: quanto denaro viene speso ogni mese
- Cash flow: la gestione dei flussi di cassa in entrata e uscita
- Capitale circolante: tempi di incasso, pagamento e gestione scorte
Il controllo direzionale, spesso associato a realtà strutturate, è invece un mindset e un insieme di pratiche essenziali anche (e soprattutto) per le startup. Non si tratta di assumere un controller a tempo pieno, ma di dotarsi di una cultura della misurazione.
Il ruolo degli incubatori e dei mentor
Quando manca una figura interna con competenze economico-finanziarie, diventano fondamentali i mentor e gli incubatori. Possono offrire visione, esperienza e strumenti per introdurre buone pratiche di gestione, monitoraggio e ottimizzazione delle risorse.
Controllo di progetto e gestione della cassa
Uno degli aspetti più sottovalutati è la pianificazione del progetto in funzione delle risorse disponibili. Le startup devono essere in grado di completare la fase di validazione del modello di business con la cassa a disposizione, senza contare su fondi futuri non ancora garantiti. Questo significa:
- Pianificare attentamente il burn rate
- Monitorare settimanalmente o mensilmente le uscite core (affitto, software, stipendi)
- Evitare costi non essenziali e decisioni finanziariamente irreversibili
Working capital: la trappola nascosta
Il capitale circolante è uno degli elementi più critici per una startup. Ritardi negli incassi, IVA a credito, scorte gestite male: tutti questi fattori possono compromettere la liquidità. Serve:
- Negoziare tempi di pagamento favorevoli con i fornitori
- Evitare anticipo costi su asset inutilizzati
- Minimizzare le scorte e le immobilizzazioni
Cost management: agire con prudenza
Un buon controllo del burn rate significa anche fare scelte oculate:
- Lavorare da coworking o da remoto anziché aprire una sede fisica
- Esternalizzare alcune attività invece di assumere personale
- Usare risorse esistenti (es. laboratori universitari) invece di acquistare attrezzature costose
Conclusione
Ignorare il controllo direzionale può essere letale quanto un errore sul prodotto o sulla strategia di mercato. Le startup devono imparare a misurare ogni decisione, tracciare i propri flussi di cassa, gestire il capitale circolante e agire con disciplina. Perché una buona idea non basta: sopravvive chi sa gestire al meglio le proprie risorse.
Il burn rate è la metrica nascosta che può decidere il destino di una startup. Meglio imparare a controllarlo, prima che sia lui a controllare te.